A quick reportage of our Christmas trip to Sicily, before
going back to our backlog of yet untold stories…
Con
l'assicurazione - da parte di due nostri amici siciliani - che “in Sicilia a
dicembre fa caldo”, “si va al mare”, “i tedeschi fanno persino il bagno”, “il vero
mese freddo è gennaio”, Les M&M’s decidono di non andare a Zanzibar,
vecchio sogno di Matteo, ma in Sicilia - che tanto fa caldo uguale.
Non solo:
convincono gli amici francesi - Christophe, Clemance e bimbi - a lasciare la
fredda Normandia per raggiungerli, promettendo caldo e bel tempo.
A dire il vero le
previsioni del tempo qualche giorno prima della partenza qualche dubbio lo insinuano:
pioggia tutta le settimana e temperature che non superano i 10 gradi - ma tanto,
quando mai le previsioni del tempo c’hanno azzeccato?
Morale, lasciamo
i maglioni di lana e i piumini a casa (che occupano tanto spazio in valigia) e
portiamo infradito e costumi da bagno. Il bagno forse non lo faremo, non siamo
tedeschi, ma una bella passeggiata sulla spiaggia in bermuda con foto annessa farà
morire d’invidia i nostri amici…
(Comunque, per
non saper né leggere né scrivere, io il maglioncino di cotone lo metto in
valigia).
E ora il
resoconto.
Atterriamo al
Catania International Airport e veniamo accolti da una pioggia fitta fitta e da
un grigiore milanese che ci fanno dubitare di essere arrivati al posto giusto.
Provo ad allungare
l’orecchio per cercare di capire la lingua, ma nonostante i miei trascorsi in
giro per il mondo, onestamente si tratta di un ceppo linguistico a me
sconosciuto.
Alla fine un po’
in inglese, un po’ a gesti, riusciamo a comunicare con gli autoctoni e - a sorpresa
- ci viene detto che sì, siamo atterrati nel posto giusto, a Catania. Vabbhe’,
un pomeriggio di pioggia capiterà anche in Sicilia, in fondo siamo nell’era del
climate change.
Lascio moglie e bimbi in aeroporto, e vado a recuperare l’auto a noleggio. Devo farmi ripetere tutto due volte dall’addetto perché non capisco quello che mi dice. Alla fine, un po’ per fatica e un po’ per vergogna, dico ‘si si’ a tutto quello che mi viene detto e faccio finta di aver capito tutto.
Recupero tutti e
via, sulla Catania-Siracusa.
Dopo un’oretta di
viaggio eccoci a Siracusa, o meglio Cassibile, o meglio ancora Fontane Bianche
- ridente località di villeggiatura del siracusano: villette, giardino - non c’è
un’anima in giro. Si sente qualche cane abbaiare da lontano.
I nostri amici Clemance
e Christophe ci accolgono un po’ interdetti - lo sguardo è interrogativo: “e il
sole?” sembrano voler dire. Cerchiamo di rassicurarli: “tranquilli, vedrete
domani”. Ma qualche dubbio cominciamo ad averlo anche noi...
Ma il problema
non è solo il freddo e la pioggia fuori. Il vero problema è il freddo dentro.
Ossia dentro casa. La proprietaria ci aveva accolti, probabilmente un po’
stupita di aver clienti a dicembre, dicendo: “dovreste venire in estate, questa
calda è freschissima, si sta benissimo”.
Si, fresca in
estate, gelida in inverno!
La tecnologia del
calorifero sembra non essere ancora arrivata da queste parti. In realtà, probabilmente
intimoriti dal fatto di avere ‘ospiti dal nord’, i proprietari avevano anche acquistato
due termosifoncini elettrici - di quelli che scaldano dieci centimetri intorno.
Ma il problema è che se si accendono quelli, non si può utilizzare nient’altro
di elettrico. Insomma la scelta è: avere un pochino di calore, o vivere nelle
tenebre.
Comunque, per noi
che possiamo vantare nel nostro curriculum camping in Islanda
e Alaska,
ci facciamo coraggio e decidiamo di resistere - che tanto sarà qualche giorno
di freddo, e poi alla fine il sole arriverà...
Ma invece del
sole, alla fine è arrivata la famosa ondata di freddo siberiano che aveva
colpito il resto dell’Italia - non temperature da -20 come veniva riportato in Molise,
ma 3 gradi (dentro e fuori casa) e la neve che in Sicilia - a detta di Salvatore, il proprietario
della casa - non si vedeva da 80 anni!
E cosi, dopo una
settimana polare, siamo stati contenti di rientrare a casa a Roma, dove avevamo
lasciato i termosifoni a 18 gradi - ed è stato un po' come arrivare ai
tropici...
A parte questo,
la Sicilia ci è piaciuta: Marzamemi e Capo Passero, Siracusa e il canyon di Cavagrande,
Pantalica e Noto.
Ai bimbi (e forse
anche ai grandi) è piaciuta soprattutto Pantalica.
A Mathilde Marzamemi.
A me Noto più di Siracusa.
E soprattutto
abbiamo mangiato benissimo. L'oscar l' ha vinto il Grillo Parlante
a Siracusa.
A Clemence e Christophe è piaciuto soprattutto il panettone al pistacchio, il risultato sublime della fusione tra cucina lombarda e cucina siciliana.
Avremmo voluto
fare grandi spese di prodotti locali e invitarvi tutti per una cena siciliana,
ma alla fine eravamo in ritardo per la riconsegna dell’auto e abbiamo saltato
la tappa finale all’Auchan di Catania.
Sarà per la
prossima volta - rigorosamente in estate!
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