Tuesday, July 21, 2009

Chers Mathilde et Matteo... (now in Italian)


Chers Mathilde et Matteo, Carissimi Mathilde et Matteo, Dear Mathilde and Matteo:

La première question, la prima questione, the first issue,

che mi sono posto pensando al tradizionale discorso del ‘padre della sposa’ che dovevo pronunciare questa sera, é stata : dans quelle langue ? wich language ? quella lingua ?

L’ospitalitá vorrebbe che, essendo la famiglia di Matteo venuta da Milano, io mi rivolgessi a loro in italiano. Purtroppo la mia conoscenza della ‘bella lingua’ é estremamente limitata... mi sono infatti fermato 25 anni fa al capitolo 8 del manuale di conversazione ‘Assimil’, e non saprei bene come mettere in un unico discorso la frase:

“Buon giorno , sono venuto con la macchina” (Bonjour, je suis venu en voiture) con

“si è sposato con una straniera” (il s'est marié avec une étrangère)

per la quale, tra l’altro, bisogna arrivare alla lezione 28.

Il rimpianto Pierre Daninos notava tra l’altro che i manuali di conversazione turisitca parlano di viaggi che diventano ben presto incubi: il viaggiatore perde il suo treno, si fa rubare i bagagli, e penando si mette alla ricerca di una farmacia, di un meccanico, o di un medico... quando non di un posto di polizia...

Di fatto, il miglior modo per imparare le lingue é innamorarsi di una ragazza straniera, e Matteo ce ne ha dato la magnifica dimostrazione.

Avrei potuto o dovuto rivolgermi a voi in inglese, perché é in questa lingua che i nostri piccioncini si parlano, e perché qualcuno di voi ha attraversato l’Atlantico.

“Welcome to all of you, friends of Matteo and Mathilde, coming fom United States of America, we are so happy to receive you in our old family house…”

(“Benvenuti a tutti voi, amici di Matteo e Mathilde che venite dagli Stati Uniti; siamo felici di accogliervi nella nostra casa di famiglia…”)

Ma oltre al fatto che avete giá avuto un matrimonio in inglese a Washington, un tale discorso avrebbe bisogno di sfumature che, come potete constatare, non padroneggio nella lingua di Shakespeare, e mi rivolgo quindi a voi in francese, confidando all’assistenza di benevoli traduttori per trasmettere l’essenziale del mio discorso a quelli che non riescono ad afferarlo.

Allora, siate i benvenuti a questa cena che celebra un’unione internazionale.

Mathilde, come sua sorella maggiore, é andata a cercare al di fuori delle nostre frontiere la sua anima gemella. Il nostro orgoglio nazionale non ne soffrirá, tanto siamo contenti di queste scelte, di questa scelta.

Benvenuto, caro Matteo, nella nostra famiglia. Ci conosciamo bene adesso, e voi vi conoscete ancora meglio.

Mathilde, sedotta dall’ ‘Indiana Jones’ incontrato sulle piste etiopi ha poi visto che come tutti gli uomini alla fine non detesti il comfort. Dal tuo lato, hai visto come l’ ‘avventuriera’ decisa e volontaria coltiva sin dall’infanzia il perfezionismo, una forma d’angoscia con cui non é sempre facile covivere.

“Out of Africa, there is home, sweet home…”

Questa ‘cavaliera’ emerita, che ha fatto le piú spettacolari cadute da cavallo della famiglia, dopo averci stupito per la sua disinvoltura delle sue acrobazie, ha poi sempre cercato di essere la migliore: prima della classe, lavoratrice instancabile, giudiziosa, apparentemente senza paura.

Ma, tu lo sai, ella nasconde la sua paura per l’aereo, dissimula la sua angoscia quando deve parlare in pubblico, si dispera quando ció che ottiene non corrisponde esattamente alle sue attese !

É questa la sfida che rappresenta il vostro matrimonio: Mathilde che puó camminare per delle mezze giornate intere alla ricerca di un paio di scarpe, potrá provarne a dozzine senza decidersi.

Adesso ti ha scelto, vi siete scelti, e noi non possiamo dunque essere consapevoli che tu sei l’uomo con tutte le qualitá, quello che non ti resterá che provare, senza timori, nei 70 anni di vita in comune che vi attendono, stando alle statistiche di longevitá della vostra generazione.

Ovviamente Sophie ed io non saremo che i testimoni della prima parte di questo lungo e, ne sono sicuro, felice cammino.

Ho fiducia che Mathilde ti ricorderá i tuoi doveri, come ha saputo, sempre con umorismo e amore, ricordare i suoi a suo padre, allorquando riteneva ch'egli facesse venir meno la propria disponibilitá alla famiglia, che mettesse in pericolo la sua salute e quella delle persone che lo circondavano fumando piú di quanto non fosse ragionevole, o semplicemente quando riteneva egli si desse troppe arie durante la sua presidenza del collegio forense…

Per contro, ho fiducia in te che saprai risponderle, con umorismo e amore, e con quella flemma italiana che ci hai fatto scoprire...

Permettetemi un minuto d’emozione per richiamare in questo memento di gioia i tuoi nonni, Yves et Poupette, che non hanno piú l’etá per i grandi viaggi e se ne dispiacciono, ma che sono qui con noi nello spirito dai bordi del Bacino d’Arcachon, e Grand-père et Mamou che dall’alto, ne sono sicuro, benedicono la vostra unione.

Un ultimo desiderio infine: c’é un luogo in Francia che assomiglia alle montagne dell’Etiopia che vi ha fatto incontrare: l’Auvergne.

E allora, Mathilde e Matteo, quando avrete finito il vostro giro del mondo, sappiate che vi attendiamo nella casa dei Grands Moulins, perché diventi una vera casa di famiglia!

Levo il calice al vostro amore, alla nostra famiglia che da oggi si allarga, a tutte le coppie italo-francesi (e ce ne sono di famose!), e alla gioia che ci avete donato e a quella che ci donerete.

A l’amour, amore, love !

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